Amazon Prime Video ha lanciato The Consultant, la sua nuova serie. Già accolta positivamente dalla critica, la storia promette di catturare l’attenzione degli abbonati e appare come una grande scommessa di successo.
La trama della serie si basa sull’omonimo libro del 2015 di Bentley Little. La serie, tuttavia, si presenta come una black comedy sui problemi e sulla terribile condizione e relazione tra dipendenti e capo, il tutto nell’ambiente aziendale.
D’altra parte, la serie esplora anche i disaccordi e i desideri che rendono l’essere umano insofferente in mezzo al caos della sopravvivenza. Tutto peggiora, però, quando si scopre che il proprio capo non è chi si pensava fosse e che si corre un grave pericolo a stargli vicino.
Lo sceneggiatore britannico Tony Basgallop, che ha lavorato a Being Human e ai dispensabilissimi sequel di 24 ore, ha impiegato due decenni per trovare la sua strada: thriller satirici in formato breve (30 minuti a episodio), in cui personaggi confusi si confrontano con una personalità disturbata (malvagia?) che rivela le loro ossessioni. Con la quarta e ultima stagione di Servant appena conclusa su Apple TV+, adatta, questa volta per Prime Video, un orribile romanzo di Bentley Little, The Consultant.
Christoph Waltz interpreta un “killer dei costi” in una start-up californiana in “The Consultant”
I due protagonisti, Elaine (Brittany O’Grady) e Craig (Nat Wolff), sono dipendenti della CompWare, una start-up californiana di videogiochi, la cui vita quotidiana viene sconvolta dall’arrivo di Regus Patoff (Christoph Waltz), un eccentrico consulente pronto a tutto pur di risollevare le finanze dell’azienda. Anche a costo di rendere la vita dei suoi dipendenti un vero inferno…
Elaine e Craig indagano sul loro nuovo capo in “The Consultant”
E se questa dolce e perversa figura faustiana di Patoff, fosse il Diavolo in persona? Perché ha la fobia delle scale? Cosa nasconde nel seminterrato della start-up? Elaine e Craig, spaventati e affascinati, indagano sul loro nuovo capo: quello precedente è stato ucciso…da un bambino (Il diavolo lo ha costretto a farlo). Se non vogliono perdere il lavoro, devono capire da dove viene quest’uomo patetico e manipolatore in giacca e cravatta. O si lasceranno sedurre dal suo anticonformismo e dal suo strano fascino? Ai confini dell’horror e del grottesco, mai lontana dai limiti del buon gusto, la loro indagine mantiene un mistero molto oscuro seminato di indizi bizzarri.
La satira al centro di “The Consultant” prende rapidamente forma
Così come la satira al centro di Servant era ambigua, evolvendo da una stagione all’altra, giocando con i cliché sulla maternità, la vita matrimoniale e la borghesia, la satira di The Consultant prende rapidamente forma. Tony Basgallop prende in giro il mondo della tecnologia con i suoi spazi aperti e rilassati e i dipendenti in calzini – è impossibile non pensare a Mark Zuckerberg o Elon Musk.
Denuncia la violenza dei manager, la fragilità dei dipendenti, le vessazioni morali che i più potenti esercitano sui più deboli. Questo sottotesto, che qui è più frontale, non toglie il piacere di farsi sorprendere dall’umorismo nero della serie e dai suoi improbabili colpi di scena. Soprattutto, non ne abbiamo mai abbastanza della favolosa recitazione di Christoph Waltz nei panni di un infernale “killer dei costi”. Il tedesco, specialista nei ruoli di grandi cattivi, da Inglorious Basterds a James Bond, vale da solo il viaggio.